"Questa sentenza è discutibile e pericolosa soprattutto perché recupera un concetto di iper-responsabilità da link che già da almeno un decennio sembrava definitivamente archiviato", continua Monti. "Se già è discutibile che qualcuno possa essere considerato responsabile dei contenuti linkati su un'altra risorsa, al di fuori del suo controllo, a maggior ragione è inammissibile far valere un discorso del genere per un sistema che i link li genera automaticamente, sulla base di un algoritmo e dunque, in automatico, senza alcuna consapevolezza della liceità o meno dello specifico contenuto".