Lampadine sotto copyright
Se di recente siete stati a Parigi e pensate di di pubblicare
su un sito Web le foto che avete scattato, dovete
fare un po’ di attenzione. Se tra le immagini
scattate di notte ne trovate qualcuna della torre Eiffel illuminata,
sappiate che non avete il diritto di pubblicarla. La
SNTE, la società che ha realizzato l’illuminazione della torre,
possiede infatti i diritti di sfruttamento dell’immagine
della sua opera. Poco importa che la torre sia il simbolo di
Parigi, che sia di dominio pubblico non solo dei francesi ma
dell’Umanità intera, o che il signor Eiffel abbia rinunciato ai
diritti sull’immagine subito dopo l’inaugurazione. Se volete
pubblicare un foto “notturna” della più celebre torre d’acciaio
al mondo, dovete pagare.
E lo stesso potrebbe capitarvi se
scattate la foto di una casa, un palazzo,
una statua, un affresco. Con il
lodevole intento di tutelare la privacy
e il diritto alla tutela della propria
immagine e di quella delle proprie
produzioni, la legge francese sul
copyright ha finito col concedere ai
cittadini e alle aziende un potere immenso.
E non mancano gli eccessi e i
paradossi.
Così capita che un tale faccia causa
al fotografo che ha realizzato una
cartolina col lungomare di una località
balneare, perché sulla strada sta
passando la sua moto (senza che tra
l’altro si riesca a leggerne la targa).
O che una coppia citi in giudizio
l’Ente del Turismo perché, su un depliant
promozionale, una foto aerea ritrae la loro villetta.
Tempo fa, queste limitazioni sarebbero state tutto sommato
piuttosto leggere: solo chi intendeva sfruttare commercialmente
le foto avrebbe dovuto prendere accordi col proprietario
dei diritti all’immagine (quindi solo gli editori di
giornali, cataloghi, libri di fotografie, pubblicità…). Ora che
chiunque può pubblicare le proprie foto sul Web con pochi
clic, senza chiedere soldi a chi visita il sito, questa legge appare
quanto meno esagerata.
grand@hackerjournal.it