28 aprile 2005
Secondo la giurisprudenza norvegese, se la "fellante" si mette all'opera senza prima chiedere il permesso alla "vittima", siamo di fronte a vera e propria violenza carnale (stupro).
Per questo reato una ragazza (ad avercene ...) è stata condannata a 9 mesi di galera e a 40.000 corone (circa 5.000 euro) di risarcimento.
La 23-enne stupratrice ha conquistato le prime pagine dei media locali, che le hanno riconosciuto il primato di "prima stupratrice della Scandinavia".
Il fatto avvenne in una fredda notte del gennaio 2005.
La vittima, invitata a cena da un amico che con-vive con la ragazza condannata, mangia, beve e si addormenta in poltrona.
Sono alticci tutti e tre, e chi non dorme pensa a come divertirsi.
A un certo punto il dormiente si sveglia nel cuore della notte e si scopre con il sigarone nelle fauci della ragazza.
L'altro invece continua a scattare foto col flash.
La "vittima" ci rimane male; si rivolge a un avvocato e trascina gli altri due in tribunale.
Davanti alla corte giura che mai avrebbe voluto trovarsi in quella situazione; che da quando ha subito violenza soffre d'insonnia; che il sesso è diventato per lui un argomento spinoso; che ha perso la fiducia negli amici e nella stessa possibilità di averne.
La ragazza inizialmente nega ogni cosa; poi ammette la fellatio, precisando che la vittima era consenziente.
La corte però non le crede. Richiamandosi a una sentenza del 2000 secondo cui è "violenza carnale" ogni contatto sessuale non autorizzato, emette sentenza di dura condanna.
Fu così che un giovane norvegese finto tonto (o tonto del tutto) si ritrovò in attivo, senza muovere un dito, 5.000 euro e una fellatio.