Riporto da http://punto-informatico.it/p.asp?i=47403
16/03/04 - News - Roma - Il Consiglio della UE ha ribaltato le norme con cui lo scorso settembre il Parlamento europeo aveva dato il suo ok a forme limitate di brevetto sul software, un via libera che aveva alimentato nuove speranze per i sostenitori delle libertà digitali. Sulla scelta del Consiglio, ora, l'associazione internazionale ATTAC rilancia la battaglia, per impedire che la UE in adotti via definitiva una forma di brevetto illimitato sulle "invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici".
La scelta del Consiglio, secondo ATTAC, forma e consolida i monopoli nel settore dell'informatica oltre a tradire la volontà espressa dal Parlamento di Strasburgo. In una lettera trasmessa ai parlamentari europei, l'associazione ricorda come "i programmi informatici sono oggetti finalizzati ad elaborare, manipolare in forme logico-ordinative specifiche unità d'informazione: i bit, per poi tradurle in nessi e sistemi intelligibili ed uti-lizzabili, per questo si possono assimilare agli algoritmi matematici come anche ai codici linguistici e musicali. Coerenza logica vuole che, come non sono brevettabili gli algoritmi matematici e i codici linguistici e musicali, altrettanto non lo debbano essere quelli informatici, quale che sia il loro impiego. Se al tempo dell'introduzione della scrittura fonetica fosse esistita la legislazione dei brevetti, l'inventore/i avrebbe potuto brevettarla; ma allora quale sarebbe stato lo sviluppo della cultura, della filosofia, dell'arte e della scienza occidentali?".
"La domanda è retorica - continua ATTAC - ma aiuta a mettere a fuoco il tema centrale. I programmi informatici sono degli algoritmi, potenti e flessibili per la formazione e lo sviluppo di tutti i settori della cultura; il loro valore ed impatto sulla civiltà è imprescindibile ed universale, brevettarli sarebbe di ostacolo al libero sviluppo della cultura e della civiltà".
ATTAC sottolinea anche l'importante effetto che avrebbe l'estensione del brevetto sul software su tutti gli sviluppatori indipendenti e le piccole aziende del settore, impossibilitati a competere con le grandi multinazionali e destinati a dover dare conto di soluzioni informatiche nella programmazione oggi di uso comune e libere.
Contro questa estensione dei brevetti che, come detto, sembrava superata dal voto parlamentare in prima lettura, a cui ora seguirà un altro voto basato però sul testo come uscito dal Consiglio, si sono nei mesi scorsi pronunciati in tanti, anche in Italia. Una mobilitazione internazionale che prosegue sul sito della Foundation for a Free Information Infrastructure.
Secondo ATTAC, il problema è anche capire perché il Consiglio della UE ha deciso di trasformare radicalmente il senso del voto del Parlamento "lasciando adito al sospetto di collusioni non confessabili".
L'associazione ricorda anche come tutto questo accade in uno scenario nel quale è appena stata approvata dal Parlamento europeo la contestatissima direttiva sulla protezione della proprietà Intellettuale e nel quale la UE ha richiamato ufficialmente l'Italia per la non applicazione della direttiva che spazza via il prestito gratuito dei libri da parte delle biblioteche, "una disposizione oscurantista - commenta ATTAC - che esaspera il conflitto tra poteri economici e società e che deve trovare la più ferma e larga opposizione".
Un quadro dettato, conclude l'associazione, da una "deriva della UE verso la mercificazione dell'intelligenza umana".
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A settembre l'unione europea aveva deciso di tenere una linea molto più soft sui brevetti, discostandosi nettamente dal sistema americano; invece adesso c'ha ripensato.
Ecco una serie di piccoli disguidi avvenuti in America:
Il caso più eclatante é quello che tira in ballo la società Eolas.
Questa società afferma di detenere i brevetti per diverse parti che sono alla base dell'Internet moderno (il sistema col quale il browser può dialogare coi plugins, i link impertestuali e tante altre belle cosucce simili).
Altro caso abbastanza eclatante ma non chiaro a tutti é il sistema sega-maroni della concorrenza che viene usato nientepopodimenoche dalla onnipresente Microsoft.
E' uscito da poco il nuovo Office in versione 2003 che offre sostanziali migliorie (ed anche appesantimenti) rispetto alle versioni precedenti.
La cosa che fa ridere é che Microsoft ha deciso di brevettare i vari formati che usano i programmi contenuti nella suite (gli algoritmi che permettono la lettura/scrittura dei files .doc, .xsl e tutti gli altri tanto per intenderci).
Il problema é che essendo questi formati uno standard de facto, questo brevetto implica l'estromissione della concorrenza dal mercato!
Sinceramente credo che si stia avvicinando la fine della razza Homo Informaticus: tutti i piccoli produttori nonché i programmatori amatoriali rischiano di finire soggetti alle grandi multinazionali...
In vista dell'approvazione dell'IP Enforcement ed anche in vista del richiamo all'Italia (avvenuto qualche tempo fa) per non aver eliminato il prestito gratuito nelle biblioteche mi viene da dire una sola cosa:
buffoni andate a zappare