Nel suo discorso al Congresso su Ambiente e Salute (24.03.1997), il Papa Giovanni Paolo II ha affermato: “La difesa della vita e la conseguente promozione della salute, specialmente tra le popolazioni più povere dei Paesi in via di sviluppo, deve essere il metro di valutazione e il criterio fondamentale dell’orizzonte ecologico a livello sia regionale sia globale”. Alla luce di questo criterio fondamentale, nella formulazione degli standard internazionali nonché nel processo di revisione dell’IPPC, le esigenze commerciali non dovrebbero mai avere la priorità sulla protezione della salute umana e dell’ambiente. Gli standard devono essere scientificamente fondati. Questo è molto importante quando si formulano parametri sugli organismi geneticamente modificati (OGM), il cui commercio è aumentato in modo significativo negli ultimi decenni e il cui impatto su piante, animali e salute umana non è stato ancora testato in modo definitivo secondo standard riconosciuti internazionalmente. A tale scopo vanno applicati il principio di precauzione, contenuto nella Convenzione sulla Biodiversità, e valutazioni dei rischi.