Franceschini: Meno IVA e pene più severe per i pirati
12-01-2005
“La musica in tutte le sue forme costituisce un prodotto culturale che deve essere difeso e promosso poiché rappresenta una delle forme più efficaci di integrazione e di scambio culturale. Nel nostro Paese però su ogni cd musicale posto in commercio pesa una imposta sul valore aggiunto pari al 20%, che impedisce ai consumatori di accedere facilmente alle novità musicali e soprattutto acuisce il fenomeno della pirateria, che oggi copre il 25% del mercato nazionale con danni per lo Stato, per le case discografiche e per i consumatori, che si ritrovano spesso con prodotti mal funzionanti”. È la premessa della proposta di legge presentata da Dario Franceschini, coordinatore dell’esecutivo della Margherita, per ridurre il costo dei cd musicali.
“L’imposta sul valore aggiunto sugli altri prodotti culturali come i libri ammonta al 4%, perché sui cd deve essere del 20%? L’Italia è uno dei paesi con l’imposta sul valore aggiunto sui cd tra le più alte della UE. Non è né giusto né conveniente. Per questo la proposta prevede una serie di misure volte a ridurre il costo dei cd musicali”.
“In primo luogo si prevede di portare l’IVA sui cd musicali al 4%. La presente proposta mira ad incentivare la vendita a scoraggiare il fenomeno della pirateria e a farsi interprete di una sempre più urgente e necessaria modifica della normativa comunitaria in materia di IVA (la Commissione europea si sta muovendo in questa direzione con una proposta di modifica - COM 2003-397 - alla direttiva 77/388 CEE in questione)”.
“Si prevede altresì di introdurre la possibilità di detrazione fiscale per l’acquisto di cd musicali fino ad un importo massimo di 250 euro, che si andrebbe ad aggiungere alle categorie per cui tale detrazione è già prevista (erogazioni liberali in denaro a favore degli enti di prioritario interesse nazionale operanti nel settore musicale, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale ONLUS, spese per la frequenza di corsi di istruzione secondaria, universitaria, di perfezionamento e/o specializzazione universitaria ed altre)”.
“La presente proposta prevede, inoltre, l’inasprimento delle sanzioni pecuniarie (si passerebbe dagli attuali 2.500-15.000 euro a 5.000-20.000 euro) nei confronti di coloro che violano il diritto di autore duplicando o riproducendo per fini di lucro cd musicali originali per destinarli al mercato nero”.