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Nelle stesse ore, peraltro, dal ministero dei Beni culturali è giunta l'ammissione a denti stretti che è necessario rimediare entro pochi mesi alla 106/2004, la legge che istituisce l'obbligo di deposito legale per siti, newsletter e contenuti diffusi via internet.

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Sull'altro fronte bollente della legge 106/2004, fonti del ministero ai Beni culturali confermano che la normativa è inapplicabile e va "sistemata" (vedi anche il commento di oggi di V. Frediani sulle pagine di Punto Informatico). Quello che accadrà ora che la legge è efficace, è che attorno ad un tavolo sarà chiamato un gruppo di esperti che nei prossimi sei mesi dovrà definire il regolamento attuativo con il quale, stando ad alcune dichiarazioni ministeriali apparse su Kataweb, si "spiegherà le modalità di applicazione della normativa ai documenti trasmessi per via telematica". Come a dire, dunque, che in qualche modo i contenuti internet saranno coinvolti ma ciò accadrà in un modo che a questo punto si può sperare sia meno oneroso e, chissà, forse persino esente dalle multe previste dalla normativa.
D'altra parte, investendo una certa quantità di risorse sarebbe possibile creare un crawler pubblico studiato per raccogliere ed archiviare a futura memoria tutte le risorse internet che si ritiene importante conservare. Senza che questo debba pesare su gestori dei siti o sugli utenti.

Ciò che invece da più parti si contesta, ancora una volta, è il metodo: perché gli esperti (come verranno scelti?) vengono consultati dopo la promulgazione della legge? Una domanda che qualcuno si è posto anche a proposito del decreto Urbani.