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Punto Informatico ha intervistato il senatore cortiana sul Decreto Urbani, riporto qui le parti più interessanti...

PDA: La campagna "Affonda Urbani" chiede la partecipazione e i suggerimenti degli utenti per preparare emendamenti al testo per Commissione ed Aula. Credi che possa essere decisivo l'aiuto di chi vi segue dal Web per rendere più forte la tua azione parlamentare? Come viene vissuta dai tuoi colleghi parlamentari?
FC: Assolutamente sì, per due diversi motivi: L'ostruzionismo è una pratica che si fonda sulla capacità di presentare una quantità enorme di emendamenti, il più possibile. Una cosa è se li organizza solo l'ufficio legislativo dei Verdi, ben altro se è il prodotto di una intelligenza collettiva.
Ma l'altro elemento è la pratica della democrazia diretta. Questo in fondo piccolo esperimento mi affascina, perchè dimostra che c'è un mondo, il mondo digitale, che puo' ridare senso all'agire comune.

PDA: Quali sono le modifiche più importanti che cercherai di ottenere in Senato anche grazie all'aiuto degli utenti Internet che ti stanno dando una mano?
FC: La questione centrale è la modificazione della dizione "trarne profitto" al comma 2 e 3 dell'articolo 1 con "scopo di lucro".
La prima dizione rischia di mandare in galera milioni di persone, perchè si scaricano un file mp3. Se accettano questa modifica, e tolgono la criminalizzazione di massa degli utenti, sono pronto a discutere di tutto con serenità. Ho già cominciato a porre il problema in Commissione Cultura.
Oltre a questo, che è il punto centrale, sono convinto che tutto l'articolo 1 debba essere ritirato e che si debba fare una legge seria, che abbia un normale corso parlamentare e che affronti la materia. Questo perchè gli errori sono svariati: dalla tassa sui masterizzatori al bollino per come è ingegnato, alla differenza tra prodotti commerciali e prodotti public domain, come il software libero.

PDA: La rete, come il suo funzionamento, è sempre più centrale nella società presa nel suo complesso, una centralità destinata ad aumentare nel tempo. Provvedimenti destinati ad impattare pesantemente sull'utilizzo di Internet non dovrebbero sempre seguire percorsi che consentano analisi approfondite, confronti, pubbliche consultazioni? Tra l'altro, come già succede in tante strutture di autogoverno di Internet, proprio la consultazione via Internet dell'utenza e degli operatori porta spesso a importanti miglioramenti e correzioni.
FC: Oggi la rete e la società dell'informazione non sono un settore, ma un mondo, con propri codici e condotte. Faremo presto una proposta perchè le Istituzioni si dotino degli strumenti per capire come funziona quel mondo.
Ma vorrei anche continuare quel piccolo esperimento nato dal Decreto Urbani.
A breve vorrei che qualcuno costruisse un software capace di consentire via web di proporre emendamenti, ordini del giorno e proposte di legge.
Lo vidi già con la legge sul software libero: la collaborazione di decine di persone attraverso la rete ha prodotto una proposta di testo normativo che ha ricevuto i complimenti di diversi uffici legislativi che lo hanno "usato", primo tra tutti il nostro ufficio a Bruxelles.

Si segnala, infine, che sul provvedimento di conversione del decreto legge Urbani, i Verdi hanno organizzato una conferenza stampa che si terrà giovedì 6 maggio dalle 11.30 presso la Sala Gialla del Senato a Palazzo Madama a Roma.
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Per il programma ci presentiamo? :D

PS: SUAPSDU -> Si Un Altro Post Sul Decreto Urbani