Presentando la Relazione annuale del Garante, Rodotà ha spiegato con la consueta chiarezza come "siamo ormai di fronte alla concreta possibilità di vere e proprie modificazioni del corpo" che può essere utilizzato come veicolo di tecnologie di identificazione, autenticazione, transazione commerciale, di rintracciamento e via dicendo.
Rodotà ha insistito sul modo in cui le rapide evoluzioni di queste piattaforme e l'uso sempre più pervasivo che ne viene fatto possa essere sottovalutato dalle persone. Il timore è quello che il cittadino perda "la sensibilità necessaria per avvertire i rischi per la propria libertà personale". E in questo senso il Garante ha messo l'accento su quella che ha definito anestesia tecnologica che porta alla "progressiva cancellazione delle percezioni legate alla perdita del controllo esclusivo sul proprio corpo".
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"Ci sono studi - ha proseguito il Garante - che dimostrano come le grandi banche dati centralizzate diano risultati modesti, siano difficili da gestire tecnicamente e siano vulnerabili perchè chi riesce a entrare in una banca dati con intenti criminali riesce ad acquisire tutta una serie di informazioni con effetto boomerang, cioè cio' che dovrebbe servire alla sicurezza diventa rischio più grave". Il riferimento, evidentemente, è alla tentazione del controllo come unico strumento di sicurezza. Ha aggiunto infatti Rodotà che "bisogna allora valutare caso per caso, giudicando quali sono gli impieghi più funzionali e affermando il valore della democrazia. I sistemi totalitari che utilizzavano questi strumenti di controllo hanno tutti perduto nei confronti delle libere democrazie". "La privacy - ha sottolineato - è un valore aggiunto per la democrazia".
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Sugli RFID, Rodotà ha spiegato che "sostituendo i codici a barre, permetteranno di seguire i prodotti nei loro spostamenti, creando così le condizioni per controllare anche chi ha acquistato ed usa quel prodotto". Si tratta dunque della concretizzazione di un tassello di quello che il Garante definisce guinzaglio tecnologico. "Molti impieghi RFID - ha affermato - sono sicuramente utili e benefici: migliore gestione delle merci, possibilità di rintracciare l'origine di prodotti particolarmente delicati, come i medicinali, rapidità di operazioni commerciali, come la lettura istantanea dei prezzi di tutti gli oggetti posti nel carrello di un supermercato. Se, tuttavia, le etichette intelligenti non vengono disattivate nel momento in cui il prodotto passa nelle mani dell'acquirente, diventa reale il rischio di una sorveglianza generalizzata di persone e comportamenti".
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Ma se privati e imprese devono fare uno sforzo in più e adeguare la propria cultura e il proprio business alla tutela della riservatezza e dell'individuo ancora di più in questo senso, ha spiegato Rodotà, deve fare la pubblica amministrazione. "Il massimo numero di inadempienze - ha commentato - lo riscontriamo nella pubblica amministrazione, forse più che nel settore privato, e riguardano molti aspetti, dal mancato rispetto di norme sulle misure di sicurezza alla disciplina dei dati sensibili che ogni amministrazione deve utilizzare. Ci sono molte cose da fare, per questo abbiamo iniziato un lavoro di informazione presso la pubblica amministrazione".
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Come dargli torto?
Continuate a pensare al google bombing che vedrete avverarsi tutto...