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Una stesura definitiva ancora non c'è ma la relatrice del provvedimento su cinema e pirateria Gabriella Carlucci ha assicurato che, come anche lei ha proposto in commissione Cultura, verranno cancellate le sanzioni previste a carico degli utenti.
Si tratta, evidentemente, di un grande risultato per il vasto movimento di opinione che in queste settimane ha accompagnato la nascita e la successiva approvazione del decreto legge proposto dal ministro ai Beni culturali Giuliano Urbani. Le sanzioni previste dal decreto, infatti, saranno abolite per chi fa uso personale di quanto scaricato. L'applicazione della normativa, per quello che sarà una volta rivista, si rivolgerà invece non più soltanto alla protezione delle opere cinematografiche ma, più in generale, a tutte quelle protette da diritto d'autore.
"Oggi in Commissione - ha confermato Ferdinando Adornato, presidente della commissione Cultura - abbiamo presentato il testo di modifica dell'articolo 1. Sono state quindi eliminate le sanzioni per chi scarica file da internet per uso personale e contestualmente abbiamo esteso le tutele previste da questo decreto per il settore audiovisivo a tutte le altre opere dell'ingegno. In particolare la musica e l'editoria".
L'Articolo 1 è stato sostanzialmente riscritto e, a dispetto delle numerose richieste in senso opposto, sono state mantenute le multe per i provider da 50 a 250 mila euro, sebbene gli operatori ora siano identificati con una definizione più specifica: "prestatori dei servizi della società dell’informazione".
L'emendamento Carlucci prevede che i fornitori di connettività per l’accesso ad internet dovranno riprodurre sulla propria home page un banner antipirateria, ossia un vistoso link che invii gli utenti che vi clicchino ad un sito specializzato che illustrerà le sanzioni previste dal decreto per coloro che useranno in modo illecito le copie di prodotti dell'ingegno protetti scaricati da Internet.
Secondo la Carlucci questo è un obbligo necessario per informare gli utenti: i fornitori che non aderiranno rischieranno multe dai 103 ai 10mila euro.
Ma la sorpresina, per così dire, destinata a colpire molti è l'introduzione, con il nuovo comma 6-quater, di una tassa sui masterizzatori e sul software di masterizzazione. A parere della Commissione, infatti, il 3 per cento sul prezzo di listino, proprio come già avviene per videoregistratori e registratori audio, deve essere esteso ai masterizzatori come imposto dalla naturale evoluzione delle tecnologie di registrazione, laddove sono considerate indispensabili "per il processo di copia privata".
Ulteriori dettagli e sorprese sul provvedimento si sapranno comunque entro il 21 aprile, giorno nel quale Adornato prevede che il provvedimento passerà all'esame della Camera.
Tra gli altri elementi di interesse anche il fatto che, nonostante le richieste in tal senso provenienti dalle forze dell'ordine, ai provider non verrà richiesto di conservare i dati delle connessioni più a lungo di quanto già previsto dalle attuali normative. Al contrario, qualora i cybercop ravvedano l'utilizzo illegale del network da parte di un abbonato, il corrispondente provider verrà informato affinché possa mettere in atto misure atte ad impedire la prosecuzione del comportamento illegale. In questo senso dunque non sembra essere stata ridefinita quella parte del decreto Urbani che, a detta della quasi totalità degli intervenuti sulla questione, trasforma i provider in "sceriffi".
Come aveva assicurato la stessa Carlucci nelle scorse ore, invece, il provvedimento non contemplerà alcuna nuova tassa sulla connettività come era stato ventilato nei giorni scorsi.
"Il nuovo testo del decreto antipirateria che il governo porterà alla discussione dell'Aula - ha dichiarato Giovanna Grignaffini, capogruppo dei DS in commissione Cultura - rappresenta una vittoria per i Democratici di Sinistra. La riformulazione non prevedrà le sanzioni destinate agli utenti di Internet che scambiano file per uso privato, sarà allineata alle norme europee e riguarderà tutte le opere protette dal diritto di autore". "Il governo - ha proseguito Grignaffini - dopo il ritiro delle pregiudiziali di costituzionalità da noi presentate ha eliminato, infatti, il comma 2 che prevedeva pene pecuniarie fino a 1500 euro a chi effettua il così detto filesharing. A fronte delle rassicurazioni e dell'impegno assunto dal Governo sul decreto, restano da chiarire ancora alcuni aspetti. In particolare i temi che riguardano le funzioni di controllo attribuite ai provider".
Soddisfazione ma anche cautela è stata espressa dal senatore dei Verdi Fiorello Cortiana, presidente dell'Intergruppo bicamerale per l'Innovazione tecnologica, secondo cui "la relatrice Carlucci che mi ha confermato la sua intenzione di proporre la soppressione degli aspetti più vessatori del decreto, come le sanzioni per chi scarica contenuti per uso personale e senza fini di lucro e il fatto che i provider debbano controllare le azioni degli utenti". "Il Governo - ha spiegato Cortiana - ha infatti assunto gli emendamenti della relatrice nel corso della discussione. Se queste sono le linee guida del cambiamento radicale dell'articolo 1 del provvedimento, sarebbe una importante vittoria del popolo della rete, capace di contrastare efficacemente un provvedimento nato male. Devo dare atto all'on. Carlucci di un lavoro intelligente ed efficace, teso a sentire tutte le parti in causa. Attendo però di vedere il testo che approderà in aula, per verificare se il Governo terrà fede all'impegno preso in Commissione, perché sono convinto che la strada che porta alla costruzione di una legge capace di salvaguardare i diritti degli utenti di internet sia ancora lunga".
Per la cronaca, ieri un'associazione di cui non si conosce l'identità avrebbe presentato una denuncia contro il decreto Urbani alle autorità regolamentari dell'Unione Europea. Nella denuncia si afferma che "le norme nazionali sarebbero state adottate senza rispettare la procedura stabilita dalla direttiva 98/34 sulla Trasparenza, che obbliga gli Stati a notificare i progetti delle regolamentazioni tecniche relative ai prodotti e ai servizi della società dell'informazione alla Commissione e agli altri Stati membri prima che queste siano adottate nelle legislazioni nazionali". L'esposto chiede l'accertamento dei fatti e, se è il caso, l'apertura di una procedura di infrazione contro l'Italia.
Secondo l'industria del cinema, peraltro, il problema della pirateria non riguarda tanto o soltanto il mezzo quando l'aspetto "culturale". Come ha dichiarato Pupi Avati, presidente di Cinecittà Holding, "l'ambiguità nei confronti del fenomeno ha determinato il fatto che in Italia la pirateria non sia percepita come un reato, anzi l’extracomunitario che vende CD per strada o il ragazzetto che scarica film via Internet vengono guardati con una certa simpatia". Da parte sua il produttore Aurelio De Laurentiis nelle scorse ore ha sottolineato che, quando si viene alla repressione della pirateria, "non si tratta di limitare le libertà individuali o di criminalizzare i provider. Semplicemente di ribadire che la proprietà intellettuale deve essere garantita anche in rete: i contenuti non possono essere gratuiti".
La strada da fare, come temuto da Cortiana, potrebbe dunque essere davvero ancora molto lunga.
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Modifiche inutili e dannose.
I provider non dovranno più fare i cani da guardia e gli utenti non rischiano più multe.
Solo che se si viene scoperti a scaricare, il provider ve lo dovrà impedire.
Nasce, in oltre, una tassa sul masterizzatore e sui programmi di masterizzazione.
Il problema principale é il mercato che si basa su sistemi antidiluviani e gli abusi che vengono fatti sul diritto d'autore.
Proprio due giorni fa mi son scaricato debian linux. L'ho douvto masterizzare su CD per i quali mi hanno imposto la tassa SIAE.
In pratica ho pagato la SIAE per poter masterizzare linux!!!!
Adesso aumenteranno questa tassa, mettendola anche sui masterizzatori?
A 'sto punto rincomincio a scaricare anche io...