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Discussione: Guerra alla pirateria senza distizione tra lucro e non

  1. #1
    Guest

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    Riporto quanto letto su un altro forum:


    Esiste una proposta di direttiva europea allo stato in discussione finale in Europarlamento nota come "IP Enforcement Directive", la quale si propone di introdurre mezzi "adeguati" alla lotta contro la "pirateria" di ogni tipo, ma specialmente del P2P. Per farla breve vi dico che:

    A)La direttiva è un atto che, una volta approvato, obbliga gli Stati UE ad adottare con propria legge i mezzi, i provvedimenti, le norme in essa contenuti;

    B)la relatrice della proposta era Mrs. Fourtou, moglie di Fourtou presidente della Vi*endi U*iversal, la più grande compagnia di cinema (e non solo) francese;

    C)la direttiva ERA formulata in modo da obbligare gli stati membri ad introdurre sanzioni penali (COMPRESO IL CARCERE) per i semplici utilizzatori di software P2P che violino il diritto d'autore anche senza FINI COMMERCIALI; dico ERA perchè l'art. che imponeva quet'obbligo è stato in seguito alle proteste modificato, ed ora recita "gli Stati adotteranno le misure necessarie ecc" in maniera generica. Ma vi sono emendamenti che si propongono di ripristinare il post originario;

    D)COSA MOLTO PIU' GRAVE, la direttiva ancora oggi (art. 2 sullo scopo del provvedimento) è applicabile a QUALSIASI (anche NON COMMERCIALE) violazione intenzionale della legge sul diritto d'autore.

    Qual è il problema? Il problema è che la direttiva rende obbligatorio per gli Stati adottare (nell'ambito del suo scopo) le misure più pesanti che sono finora state adottate nei singoli paesi UE. In pratica introduce potenti strumenti nelle mani dei discografici ecc. Per capirci meglio, vi dico che se la direttiva passa così com'è, i singoli utenti di un software P2P potranno vedersi (e non sto scherzando) applicati provvedimenti come quelli inglesi: il c.d. "Anton Pillar", che consentirebbe (e consente ora in Inghilterra, o in Australia come è recentemente accaduto se avete sentito le news) alle industrie discografiche di effettuare in prima persona perquisizioni domicialiri ai sospettati, o ingiunzioni che bloccherebbero i conti bancari degli utenti P2P senza neppure la necessità di un'udienza preventiva.

    Per completezza d'informazione vi dico anche che secondo alcuni non ci sarebbe da preoccuparsi perchè queste misure sarebbero incostituzionali in Italia; sarà... certo che fa paura...

    La trattazione del problema fatta meglio di come ve l'ho fatta io la potete trovare online, per esempio su http://www.ipjustice.org/CODE/021404.html
    Sul sito www.ipjustice.org in particolare c'è una intera sezione (a sin. cliccate su CODE) sulla campagna contro questa direttiva, o meglio contro la sua attuale formulazione.

    Aggiungo che si sta cercando di forzare i tempi e di approvare subito la direttiva (diciamo entro marzo) perchè se non lo si fa, c'è paura che in nuovi paesi europei che entreranno a maggio (i paesi est-Europa) si opporranno all'introduzione di provvedimenti così drastici.

    Come ho detto c'è una campagna in atto: informazione (far conoscere questa cosa taciuta da tutti i media all'opinione pubblica) e "contrasto" (lettere agli europarlamentari ecc).

    Qui il mio compito era informarvi, e spero di averlo fatto, senza allarmismi eccessivi ma con consapevolezza.

    Mi scuso per la lunghezza del post ma ho cercato di essere chiaro e di informare quanto più possibile.
    Grazie e ciao a tutti.

    Ps. agli amici che non conoscessero l'inglese ricordo che è possibile ottenere una traduzione (per quanto non eccelsa) delle pagine che ho indicato andando su http://translate.google.com/translate_t e inserendo l'indirizzo della pagina suddetta nel campo "Translate web page".

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    Ragazzi si avvicina l'ora del dibattito al Parlamento Europeo.

    E' ora di agire sul serio adesso. Chi ha a cuore la volontà degli utenti non può e non deve accettare che le regole che in futuro ci obbligheranno tutti siano scritte da pochi che hanno grandi interessi.

    Gli Stati Uniti hanno fatto pervenire una lettera all'Unione Europea in cui tra l'altro si approva il lavoro fatto e si raccomanda di colpire anche le infrazioni "non-commerciali" per proteggere gli interessi USA (vedi www.ipjustice.org ). Il dibattito nel Parlamento Europeo è previsto ufficialmente per il 25-26 Febbraio 2004. Il voto finale (FINALE) per l'11 Marzo 2004. Poco tempo.

    Chiedo a chi abbia qualche minuto del suo tempo di inviare una lettera al suo europarlamentare, o a quello che ritenga più vicino alla sua posizione politica. Ricordo a questo fine che, contrariamente a quanto si ritiene, QUASI NESSUNO scrive a quelli che dovrebbero essere i suoi rappresentanti, e proprio per questo i parlamentari e in genere i politici prendono quasi sempre in considerazione ciò che gli dicono (educatamente e con cortesia) i pochi che scrivono.

    Andate qui: http://wwwdb.europarl.eu.int/ep5/owa...rtition?ilg=IT

    Ci trovate non soltanto un elenco dei parlamenatri europei per paese (cliccando sulla bandiera italiana si apre l'elenco degli italiani) ma anche una catalogazione per gruppo politico. A tal proposito ricordo che:
    il PPE-DE comprende i partiti di centrodestra; l'UEN comprende AN;
    il PSE comprende i partiti di centrosinistra.

    Aperto l'elenco, trovate uno che vi ispira fiducia o che conoscete o che è stato eletto nel vostro collegio (in tal caso ditelo nella lettera) e se la sua email è pubblica sarà in basso a sinistra nella sua pagina di presentazione.

    Cliccate e scrivete con cortesia, educazione ma fermezza, la vostra opposizione a questo progetto di direttiva (IP Enforcement Directive).

    Posto un esempio di lettera che potete anche utilizzare voi, ovviamente con l'indicazione del nome del parlamentare a cui scrivete e con i cambiamenti che riterrete di fare, e con la vostra firma alla fine.
    ---
    On. ---Cognome---,

    Le invio questa lettera, da privato cittadino, per manifestrale le mie preoccupazioni in ordine alla proposta di direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa alle misure e alle procedure volte ad assicurare il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale.

    Il campo coperto dalla Direttiva proposta appare troppo vasto, poiché include qualsiasi diritto di proprietà industriale e istituisce a mio avviso un sistema giuridico nel quale i diritti e gli strumenti delle compagnie e dei detentori più forti sembrano comprimere a dismisura quelli dei comuni cittadini.

    In particolare, l'art. 2 della proposta di direttiva (sullo scopo) non distingue in alcun modo le violazioni intenzionali della proprietà intellettuale da quelle determinate soltanto da colpa, e parimenti non distingue le violazioni condotte a fini commerciali da quelle commesse per uso personale, dilatando in questo modo oltre limiti ragionevoli i potenti e pericolosi strumenti indicati all'art. 8 (Prove) e all'art. 10 (Conservazione delle prove).

    In particolare, non le nascondo la preoccupazione che questi articoli potrebbero essere usati per introdurre nell'ordinamento italiano strumenti e provvedimenti a mio avviso da ritenersi incostituzionali, come ad esempio gli "Anton Pillar" orders già previsti in taluni sistemi giuridici, che giungerebbero ad autorizzare i detentori di diritti a vere e proprie "perquisizioni private" condotte in prima persona, o provvedimenti giudiziari che consentirebbero il blocco/sequestro dei conti bancari sulla base del solo sospetto di una violazione e senza la necessità di una preventiva udienza a difesa del sospettato.

    Inoltre non le nascondo la mia preoccupazione per la circostanza che la proposta di direttiva confonde il fine commerciale con le violazioni su "scala commerciale", consentendo così potenzialmente una applicazione della stessa che risulterebbe sostanzialmente arbitraria e svincolata da qualsiasi esigenza di certezza, non essendo previsto alcun criterio per determinare quando una violazione sia su "scala commerciale".

    La proposta di direttiva, poi, pur prevedendo la necessità di proteggere le "informazioni confidenziali", non tiene in alcuna considerazione la protezione dei dati personali, neppure nell'applicazione delle misure provvisorie previste, con il conseguente danno che potrebbe crearsi nell'ipotesi che nel giudizio di merito previsto la parte che abbia fatto ricorso ad una di esse risulti soccombente.

    Per questi motivi le chiedo rispettosamente di promuovere una nuova lettura del provvedimento in esame che tenga conto delle opposizioni manifestate dalle associazioni di tutela dei diritti dei consumatori e delle considerazioni del pubblico.

    La ringrazio per la sua attenzione ed il suo tempo e per ciò che potrà fare.

    ---Firma---

    ---
    Ragazzi non so che dirvi, ho riletto il mio messaggio e mi sono scoraggiato da solo. Ma ricordiamoci che se non tentiamo, non otterremo nulla. Abbiamo tutto da guadagnare. Le proteste hanno giù ottenuto l'eliminazione del meccanismo "richiesta major-comunicazione automatica dati personali utente da parte dell'ISP" e le sanzioni penali. Vediamo se riusciamo ad ottenere qualcos'altro.

    Mi raccomando se modificate il messaggio: cortesia SEMPRE, anche nella più ferma opposizione. E' essenziale.

    Grazie a voi per il vostro supporto.

    ----------------------------------------

    Rompo i giorni di vacanza e chiedo espressamente a tutti di partecipare, sia pirati che non perché mi sembra una legge pesantemente incostituzionale

  2. #2
    Guest

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    più che ridere che si può fare?

    forse nn hanno messo in conto le conseguenze più ovvie


    1)disdetta contratti adsl e fastweb

    2)aumento defacciamenti

    3)aumento hacking di server per depositare materiale



    se forse gli ultimi 2 fattori nn impensieriscono le major forse telecom & c. avranno qualcosa da ridire

    se poi vogliono fare come in Australia ...


    io mi chiedo con che coraggio uno propone queste leggi quando in una giornata puoi trovare sui vari canali p2p almeno 5000 persone (IP) che sharano materiale pedofilo.. comincino a perquisire casa loro poi vengano a rovistare in casa del ragazzino che ha scaricato 2 mp3. vergogna!


  3. #3
    Guest

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    mi affitto un server in qualche stato africano, faccio una bella vpn e poi vediamo.. :D

  4. #4
    Guest

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    Mi viene in mente un'idea di botto: mettersi dietro un anonimyzer?
    Magari però non funge così come penso io...

  5. #5
    Guest

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    Scusa, numerone. ma non è pericoloso mandare una email in questo caso? C'è il rischio che possano rintracciarti l'IP e utilizzarlo in futuro. Io sono anche disposto a farlo utilizzando un programma per gli Alias, ma non è riskioso? :?

    Certo che fanno veramente paura questi nuovi provvedimenti. Sta diventando peggio del giappone.

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