Leggete qui:
Jeans a vita bassa
cosa ne pensate??
per me questa cosa va discussa in quanto riguarda un problema (se lo si può definire così) importante e penso ke questa ragazza nn sia un caso isolato ma ce ne siano altri.
Napster:evil:
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Jeans a vita bassa
cosa ne pensate??
per me questa cosa va discussa in quanto riguarda un problema (se lo si può definire così) importante e penso ke questa ragazza nn sia un caso isolato ma ce ne siano altri.
Napster:evil:
Secondo me dipende dalla persona che gli indossa.....
:shock:
io direi ke piuttosto di incontrare una tipa del genere mi sparerei sulle @@ correndo :lolloso:
quotoCitazione:
Originalmente inviato da vss
secondo me lo stereotipo che ormai è entrato nelle nostre menti è: maglietta firmata, pantaloni firmati, mutande firmate, cappelli firmati, taglio di capelli alla moda, occhiali firmati... sbaglio o c'è una parola che si ripere? io personalmente non sono un tipo che bada alla firma anche perchè non ritengo logico spendere 150€ per una maglietta dalla D&G che non ha nulla di diverso da una maglietta da 20€ se non nella firma... io non capisco... così non si fa altro che alimentare un mercato che già così fa schifo... adesso non voglio dire che tutti quelli che si comprano una maglietta della D&G e Company sono dei cretini... c'è quello che alla firma ci tiene... ma voglio dire che tutti quelli che imitano il tipo che se la compra non hanno personalità... ma sono solamente delle persone che non hanno un briciolo di cervello per pensare da soli... non sono in grado si farsi notare se non con la maglietta e il pantalone firmato... spero di aver espresso bene il mio pensiero... che come ripeto sempre è un mio pensiero e non obbligo nessuno a condividerlo...
Secondo me è l'amara realtà.
Subito mi è balzato in mente il paragone con i lager nazifascisti descritti nel libro "Se questo è un uomo" di Primo Levi, dove bisognava essere qualcuno per non andare al "Camino".
La situazione attuale è identica: abbiamo perso l'identità, che ci è stata cancellata dal mito del denaro e del successo, esasperato dal consumismo.
Un tempo si credeva in valori, ora si cerca l'uniformizzazione con la massa.
Infine, secondo il mio parere, la causa di tutto ciò è la pubblicità -specialmente quella televisiva- perché si è talmente evoluta da occupare il posto della ragione nelle nostre menti. Ma andando ancora più a fondo, la vera causa è il consumismo...
mi sembra chiaro che il problema non sta nella mutanda firmata, neoscriptCitazione:
Originalmente inviato da therealnapster
al giorno d'oggi TUTTI si comportano come la ragazza. mi sembra strano che nessuno l'abbia ancora notato...
la società e la tv ci impongono dei modelli di plastica, ma alla gente va bene così.
io ho 22 anni e sebbene "giovane" mi sono già scontrata un po' di volte con questioni del genere...ci si scandalizza tanto sui giornali per così poco, ma, se vado per cercarmi un lavoro, nessuno mi prende se io sono vestita diversa dalla massa. e non vi sto dicendo che mi vesto da clown e mi trucco da platinette. e non sono poi così eccentrica nel vestire.
in questa società c'è una forte ipocrisia e contraddizione di fondo che purtroppo porta i giovani a crescere male.
li si accusa di non avere personalità quando è proprio quello che si chiede a loro di avere...
@ neoscript: hai lo stesso pensiero mio. e in più aggiungo: per me basta possedere (o meglio sfruttare, perché ce l'abbiamo tutti) la ragione.
ma è propriola ragione che ci rovina, perché ci provoca reazioni che le bestie non hanno...
questa è letteratura, che non è un freddo blocco di testo, ma è insegnamento di vita...
io intendevo quello che hai scritto tu...solo che ho usato la "mutanda" per identificare lo stereotipo di vita... tutto qui... per il resto la penso uguale a te in tutto e per tutto...
puntualizzavo :D
io credo che ognuno debba avere la propria personalità.
io ad esempio mi distinguo dagli altri sopratt dal mio ciuffo (un ciuffo un pò parrticolare,vi manderò la foto) e idem gli altri.
ognuno credo abbia una propria personalità...io ad esempio mi vesto con scarpe di sottomarca,idem maglietta,pantaloni,mutande e tutto il resto,no ke nn possa permettermi qualcosa di "firmato" ma xke credo che sia meglio spendere 15 euro a una maglietta anzike 100, e con quei 85 euro fare la spesa ad esempio.
Molti si sentono + importanti di altri solo perchè sulla scarpa hanno il marchio "nike" mentre io ho "drerruoi" ( :lol: )nn me ne frega niente...grazie al Signore i miei genitori nn m han mai fatto mancare nulla,anzi sn felice di qst;
molte volte accade che chi ha il pantalone firmato il giorno dopo abbia il padre in galera...chissà xke!
cmq sn d'accordo con la riflessione di neoscript ;)
secondo me, leggendo e rileggendo l'articolo, dipende anche molto dalla posizione geografica dove ci si trova, dove si è cresciuti, il rango, la cultura ecc..
io non vedo sinceramente (e soprattutto non mi sento) una massa informe, non credo che ogni individuo sia uguale ad un altro, io per primo che porco giuda piuttosto di esser uguale a qualcun'altro farei di tutto.
io fin da piccino ho sempre avuto un'idea che mi s'è sempre(o quasi) rivelata vera: non son io che devo inseguire il mondo.Sono troppo dannatamente pigro.
io vivo tranquillo la mia vita con i miei gusti e indipendentemente da tutto se mi piace una cosa la faccio e stop.
Quanti goliardi credete che vi siano stati nella mia città quando sono dovuto andare a bologna per farmi battezzare? non sforzatevi.. gli ultimi 5 avevano già fatto perdere le tracce...
... e cosi anche per tutto il resto delle cose che entrano a fare parte della mia vita
Io dico che quella ragazzina si deve far vedere da qualcuno (come molti altri che sono a giro) Io non sono ne' una di quelle che segue la massa ma nemmeno che faccio ogni singola cosa diversa; ammetto che c'e' la serie X maglie che costucchia la compro, ma di certo se trovo un vestito della marca vattelapesca o anche usato lo prendo subito : D
Ho una sorella piu' piccola che purtroppo e' una di quelle stereotipate : nn fanno altro che parlare "ohma lo sai che lei ha detto questo a lui?" "sai che x e y hanno litigato?" , guardare saranno pelosi e simili ,ascoltare musica del tipo "lunedi' sera la discoteca martedi' sera la discoteca" e pretendere vestiario da non menodi 60-70 euro.
Comparandole con le sue amichette che vengono qui a casa e con cui esce posso solo dire che pensano si muovono e parlano tutte alla stessa maniera. Le vedi in citta' che hanno tutte la Pinko bag, sti pantaloni che come ti abbassi si vede tutto il cu**, capelli alla stessa maniera.
Vi sembranormale sta cosa ? Non dico neanche che bisogna essere completamente diversi, ma nemmeno ridursi a questo stato.
Scusate maquesto e' un argomento che mi sta a cuore .
Piu` che altro a me ha fatto subito venire in mente il libro Fahrenheit 451 di Ray Bradbury (o il bel film di Truffaut da esso tratto) ... se qualcuno li ha letti/visti penso possa comprendere perche`, altrimenti ne consiglio la lettura/visione.
Secondo me nell'articolo si sono fusi assieme troppo frettolosamente due concetti piuttosto separati tra loro (look e realizzazione come individio). Magari il prof, rimasto scioccato dal persuasivissimo pensiero della tizia, ha sbarellato un po' col ragionamento, oppure ragiona diversamente da me.
Insomma ogni giovane ha il diritto di portare la mutanda (dentro, fuori, ascellare) come gli pare, anche nel modo più scontatatamente da vetrina e più trendy possibile, senza perdere per forza la propria personalità che comunque si sta sviluppando in alcuni, altri l'hanno già ben formata (non è detto che sia positivo o negativo, dipende dalla rigidità).
Quel che ci contraddistingue non si vede necessariamente per strada, passeggiando: il pensiero della gente non si vede... fin quando non scambi un vero interessante colloquio con loro.
Poi per quel che riguarda i modelli offerti dai media.. le solite stronzate trite e ritrite non degne di alcuna nota: vuoi distrarti un attimo? bene guarda la tv, un videoclip, un quiz, un reality, quello che vuoi. Se ti fai condizionare la vita in peggio da quella tv non è una gran bella mossa. Stop.
la questione che pone in risalto la questione secondo me non è tanto questo conformismo dilagante (che poi è un dato di fatto). Il fatto preoccupante è che esiste una maggioranza della popolazione italiana alla quale "va bene così"... lo scandalo della società italiana degli ultimi cinquant'anni è, citando Prodi, che "non si può essere ricchi e ignoranti per più di una generazione". Ed è quello che sta succedendo. La "crisi dei valori" è figlia dell'ignoranza a metà, ovvero dell'ignoranza inserita in un contesto liberale. Prima l'ignoranza andava bene perchè tanto c'era la religione... adesso (per fortuna?) no
Adesso ke me lo fai vedere in questo modo comprendo tutto !Citazione:
Originalmente inviato da gve
Quel film è una palla xkè asomiglia troppo alla vita d tutti i giorni, invece dei libri (ki ha visto il film comprenderà) c sono i vestiti "Tarokko&friends".
PS: dicendo ke quel film è una palla non dico mika ke non è bello, è una @ xkè ,come è giusto e perfetto che sia,i personaggi sono troppo statici e seguono la massa come dei robot .
forse l'autore del libro (ke adesso m sfugge) ha enfatizzato un po' troppo il concetto "siamo dei robot nelle mani dei mass-media.
sono d'accordo...Citazione:
Originalmente inviato da vss
Diego
secondo me è una buona regola, dipende ovviamente del tipo di vestiario, quante volte vi siete inkaxxati xkè a scuola le vostre compagne prendevano di + con fatica minore solo x aver mostrato le tette al prof?
ma a parte questo ke può essere una kavolate, alcune tipe si combinano in modo assurdo scusate il termine da p******e e vanno conciate in quel modo a scuola..è questione di pudore, fuori x carità puoi fare quel ke vuoi, ma a scuola in un contesto scolastico è giusto mantenere un certo pudore
anke io :mrgreen:Citazione:
Originalmente inviato da diegoguerriero
Personalmente credo che la ragazzina in questione abbia fregato il prof con un discorso complesso solo per metterlo in difficolta'.
Ad ogni modo e' vero che i giovani sono molto stereotipati (alcuni)
Vi chiedete perche'?
Leggetevi "Gegorafia Culturale" di Paul Claval, un libro pallosissimo che vale solo per gli ultimi due capitoli.
Ve lo riassumo: un tempo si viveva in un paese o in una piccola cittadina che aveva le case tipiche del posto, si mangiavano i propri piatti, ci si vestiva seguendo comunque un minimo di tendenza "regionale", c'erano le sagre e le feste, insomma: sentivi di appartenere ad una cultura.
Se arrivava un tizio dal lontano marocco e vi mettevate a discutere eravate pari: lui con la sua cultura, tu con la tua.
Se uno diventava famoso "usciva" dalla tua cultura, per entrare in un mondo "altro", ma tu nel tuo ambiente sapevi chi eri e ti rendevi conto di voler fare qualcosa nella tua vita.
Ora viviamo in citta' tutte uguali (parigi, milano, new york), in case tutte uguali e semplicemente quadrate, ci vestiamo tutti uguali, mangiamo le stese porcherie, ascoltiamo la stessa musica e guardiamo gli stessi format, stanno persino cercando di farci festeggiare halloween.
Paul Claval chiama le moderne citta' dei non-luoghi.
In questa non-cultura ci sentiamo persi, inutili, grigi e vuoti.
Non abbiamo identita' perche' non sappiamo chi siamo e tantomeno da dove veniamo (chi siamo lo capiamo noi, da dove veniamo ce lo fornisce la cultura in cui siamo nati e cresciuti)
Cosi' se arriva un dal lontano marocco (che ci sembra tanto vicino) abbiamo paura perche' lui ha ancora una cultura alle spalle, sa chi e' e per questo il primo pensiero e': oddio noi non abbiamo una cultura, loro si', quindi loro ci cancelleranno.
E se vedi uno famoso in tv pensi: accipicchia quello si che e' qualcuno! Non vive in un appartamento uguale a 10000 altri, puo' spendere milioni di euro per un vestito che nessun altro avra mai.
Quello si' che sa chi e'. Semplicemente perche' non e' nel grigiume unitario.
La soluzione al razzismo, alla paura del forestiero e alla crisi di valori (prima tra tutti l'idea di famiglia, prima vista come nucleo base della societa' e luogo in cui si educavano i figli e si davano le basi dei valori e adesso come un qualcosa composto da una o piu' persone e ovviamente da un televisore) e' RECUPERARE LA NOSTRA IDENTITA'.
Fate un confronto tra una ragazzina 15 enne a milano euna nella campagna piemontese. Saranno vestite uguali ma la seconda ragionera' in maniera piu' indipendente, meno schiacciata.
Via dai non-luoghi!
intervengo solo su due punti:
io non l'ho mai capito il festeggiamento degli italiani di halloween. un tempo in quel (questo) periodo si ricordavano i morti...ora una zucca...
2) cod, quoto tutto ed è vero ciò che dici dell'identità culturale. ogni volta che mi allontano dalla città, noto la differenza. stando in zone non urbane del meridione, si sente molto più forte un'identità culturale, già dal fatto che esistono sagre, i paesi sono "caratteristici",ecc.